| Ecco i voti di questo 2007-08
PORTA
BUFFON 8.5 Non l’ha fermato neppure un principio d’ernia. Lui in compenso ha fermato quasi tutti. Perché è consistente il suo contributo al titolo di seconda miglior difesa del campionato. Qualche neo (per lo più nel periodo in cui il problema fisico si era fatto più acuto fra la fine di gennaio e i primi di marzo) non macchia una stagione di altissimo livello. E il suo apporto fuori dal campo, come quello degli altri senatori, è stato fondamentale. Vero cemento del gruppo e punto di riferimento per i tifosi, ha saputo tenere i nervi saldi nei momenti difficili.
BELARDI 6 Ha ricoperto in modo più che decoroso l’ingrato compito di non far rimpiangere Buffon. Non è Gigi, ma questo si sapeva, ma si è spesso rivelato adeguato al compito di portiere della Juventus. Qualche responsabilità nell’eliminazione dalla Coppa Italia per le sue sbavature nella sfida contro l’Inter a San Siro.
DIFESA
BIRINDELLI 6 Ha giocato poco, senza sfigurare, ma soprattutto è stato un esempio durante gli allenamenti. Chiude qui undici anni di fedeltà e professionalità bianconera, quelli da dieci e lode.
CHIELLINI 8 Ha compiuto uno straordinario salto di qualità, diventando uno dei migliori centrali difensivi del campionato anche perché i progressi tecnici sono stati accompagnati da una notevole maturazione caratteriale. Pronostico: se rimarrà alla Juventus, entro 5/6 anni potrebbe esserne il capitano.
ZEBINA 5.5 Ha viaggiato a corrente molto alternata, lasciando intravedere la classe e lo spessore tecnico di un vero campione, in mezzo a intemperanze un po’ isteriche, guai fisici assortiti e qualche incomprensione con Ranieri. Peccato.
ANDRADE NG Se fosse un acquisto azzeccato non c’è stato tempo per capirlo. Si spera di averne l’anno prossimo, perché fino a luglio - quando riprenderà gli allenamenti - non si potrà sapere in che modo tornerà.
GRYGERA 6.5 Finale in crescendo, soprattutto quando si è definitivamente spostato a destra, dimostrando una certa affidabilità. Di questi tempi mica poco.
LEGROTTAGLIE 7.5 Una resurrezione sportiva stupefacente che ha prodotto una stagione eccellente. Poche, pochissime sbavature e più di un merito nella crescita di Chiellini.
MOLINARO 6.5 Inizia bene, continua meglio, finisce maluccio, ma dopo aver tirato la carretta per tutta la stagione. La media resta positiva, soprattutto per l’abnegazione, ma la prossima stagione deve essere più continuo.
STENDARDO 6 Merita la sufficienza, nonostante le pochissime apparizioni, per come si è fatto trovare pronto quando è stato chiamato in causa
IL CENTROCAMPO
CAMORANESI 7.5 Quando era disponibile (nel senso che non era infortunato e aveva voglia) è stato praticamente da dieci, purtroppo per la Juventus è mancato molto e in alcune fasi cruciali della stagione, il che pregiudica la valutazione complessiva dell’annata. Resta un pilastro insostituibile, perché sia quando è sceso sulla fascia destra (come lui predilige fare) e mette in mezzo palloni preziosi per Trezeguet o Iaquinta, sia quando si piazza nella zona centrale, facendo il regista o il trequartista dimostra genialità e classe. Resta uno dei pochi nella rosa juventina in grado di cambiare una partita da solo. Non per nulla è ritenuto indispensabile prima di tutto dai compagni.
ZANETTI 8.5 Mostruoso per continuità e sostanza. Le rare occasioni in cui è mancato (raramente coincise con una vittoria) la Juvenus ha sofferto. Ottimo nel distruggere il gioco avversario, lucido nel costruirlo, ha scoperto di avere qualità anche nel lancio lungo. Uomo squadra di inestimabile valore.
SISSOKO 7.5 Il suo apporto è stato determinante per riprendere il volo dopo la crisetta invernale. Micidiale nel modo in cui è riuscito a integrarsi nella squadra e nel calcio italiano, sembra avviato a ripetere le gesta di Davids e non per nulla è entrato alla velocità della luce nel cuore dei tifosi. Non sembra neppure così esuberante dal punto di vista comportamentale com’era stato presentato: una sola espulsione e, per di più, nell’ultima partita. Acquisto geniale.
NEDVED 7 Sono mancati i gol, non la grinta, la determinazione e l’esperienza. Non è più il Nedved del 2003, ma provate a trovarne uno simile anche alla versione 2008. Qualche volta poteva essere più lucido e meno impulsivo, ma questo è Pavel e va bene così. Essenziale.Anche per la prossima stagione.
SALIHAMIDZIC 7 Una bellissima sorpresa. Anche perché proprio quando si stava elogiando il volenteroso operaio del pallone che corre e porta acqua, lui ha piazzato due storici gol al Milan che lo hanno proiettato in un’altra dimensione. Ha ricoperto quasi tutti i ruoli dimostrando una duttilità tattica preziosa. Ottimo anche sotto il profilo caratteriale, è un elemento che cementa lo spogliatoio con il suo spirito e la sua allegria. L’esperienza in Champions (l’ha già vinta con il Bayern) sarà importante l’anno prossimo.
NOCERINO 5.5 Partito benino, si è perso nel corso della stagione per poi scomparire con l’arrivo di Sissoko. Il talento c’è, ma resta da limare più di qualcosa dal punto di vista caratteriale e tattico.
TIAGO 4.5 Il fallimento è stato sancito a più riprese e in più occasioni, perché tante ne ha avute a disposizione per dimostrare di non essere un flop.Considerato che sprazzi di talento si sono visti, il problema sembra caratteriale e di ambientamento nel calcio italiano. Ma soprattutto sembra irrisolvibile.
MARCHIONNI NG Dieci in sfortuna. Due infortuni concatenati fra di loro e qualche spiraglio di talento. Alla prossima stagione...
L'ATTACCO
TREZEGUET 8 Una partenza sprint, un calo nella fase centrale della stagione,la ripresa alla fine:non è sempre stato al top il francese, ma non è mai mancato nei momenti chiave e il suo apporto resta da bomber di lusso (20 gol).
DEL PIERO 9 Una stagione perfetta e strabiliante, durante la quale ha fatto cambiare idea anche ai più scettici (chi ha detto Donadoni?) e ha rinforzato l’amore per lui del popolo bianconero fino a renderlo inscindibile.Aver battuto il record di presenze di Scirea è un grandioso coronamento di questa annata straordinaria. Più dei gol (21 con tanto di titolo di capocannoniere) e della continuità (mai un calo in nove mesi) è stato fondamentale il suo apporto da capitano, stimolando i compagni, tenendo unita la squadra e stuzzicando anche la società.
IAQUINTA 7 E’ sparito un po’ troppo spesso per guai fisici, ma ha lasciato il segno con i suoi gol e un contributo di spessore.
PALLADINO 6 Doveva essere l’anno della consacrazione, è stato qualcosa di molto diverso. Lampi di classe hanno illuminato qualche partita (il derby e il Parma in casa), poi il buio, non sempre per colpa sua.
IL MISTER
RANIERI 8 Ha preso una squadra sulla quale molti (forse anche in società) nutrivano qualche dubbio, l’ha assemblata in modo piuttosto veloce, è riuscito e sfruttare la forza e il carisma dei campioni rimasti per vincere le partite più difficili e far crescere i più giovani, ha ottenuto un rendimento costante (due punti di differenza fra il girone d’andata e quello di ritorno) e un eccellente terzo posto. Poco da dire, insomma, e per questo il voto è ampiamente meritato. Restano tutte le sbavature con le piccole squadre, quelle che alimentano rimpianti scudetto, visto che una dozzina di punti sono sfumati fra partitacce contro le provinciali ed errori arbitrali (e su questi il tecnico non ne può ovviamente nulla), qualche attrito umano con i giocatori e alcune uscite mediaticamente non troppo felici (Ranieri ha forse pagato il ritorno a un modo di vivere il calcio fin troppo esasperato, dopo dieci anni all’estero), ma considerate le premesse il giudizio non può che essere più che positivo.
da tuttosport
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